The best journey always takes us home
CREGREST è il grande viaggio che si compie ogni estate e che sa sempre farci sentire davvero a casa!
Progetto e
approfondimenti
Con una storia che nasce cinquant'anni fa, caratterizzando da diverse generazioni l'estate dei più piccoli, il Cregrest racconta la profonda volontà che le comunità cristiane rivolgono nell'attenzione e nella cura verso i bambini ed i ragazzi, facendo nascere la possibilità di educare i più piccoli a creare relazioni vere d'amicizia e di fiducia. Sperimentando i valori della gratuità, del servizio, della testimonianza, le comunità, quella piccola del Cregrest insieme a quella più grande della Parrocchia, vivono con forza la grande dimensione della Fede e della preghiera.

Dopo la Parola nel 2012 e il corpo nel 2013, "l'Abitare" è il tema scelto per l'estate 2014. Perché ogni parola, così come ogni corpo, se vuole essere veramente segno indelebile nel tempo, ha bisogno di prendere dimora nell'esistenza degli uomini. Il tema dell'abitare, come ci suggerisce il bisogno irrinunciabile di stare con i ragazzi, così ci invita ad aprire la porta per andare incontro all'altro: nessuno su questa terra deve sentirsi straniero ma destinatario di una cura attenta e amorevole.
Abitare. Il tema prende casa
Il tema dell’abitare si pone in continuità con quanto proposto gl’anni scorsi: la parola e il corpo, per raggiungere il loro compimento (e parafrasare fino in fondo quanto l’evangelista Giovanni ha magistralmente sintetizzato nei primi versetti del suo prologo) hanno bisogno di “prendere dimora” nella vita degli uomini, di “venire ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). È un tema che si pone in continuità anche perché, come sempre, ha la pretesa di incrociare un’altra dimensione fondamentale dell’esistenza – e quindi della Fede – quale è quella dell’abitare.

Come la vita degli uomini non può prescindere dal parlare e dal porre gesti, così non può fare a meno di ‘trovare casa’, di ‘fare casa’ su questa terra in cui Dio ci ha collocato; e fin dall’inizio, a prescindere dal risultato, pare sia stato proprio così: “venite, costruiamoci una città…” (Gen 11,4). In altre parole, per entrare in relazione con sé, con gli altri e con Dio occorrono certamente parole e gesti efficaci, ma se questi non prendono dimora, non si radicano nelle pieghe dell’esistenza umana, rischiano di essere lasciati alla mercé del tempo che passa e scivolano via come l’acqua sulla roccia. Se si vuole continuità, occorre prendere dimora, occorre abitare e far abitare.

E già qui si può cogliere una prima sostanziale questione intorno all’“abitare”: nasciamo senza aver avuto la possibilità di scegliere dove abitare e moriamo venendo ‘giudicati’ per dove e come abbiamo abitato ovvero per quello che abbiamo costruito. C’è una passività dell’abitare che non può che essere accolta e c’è un’attività dell’abitare che non può che essere agita in ogni esistenza se si vuole dire degna di essere vissuta.
Il logo Pianoterra
TITOLO
Esistono ville, palazzi, castelli, grattacieli, ma tutti partono da lì, dal piano terra. Segno che alla base di ogni casa, come della famiglia, delle relazioni, del CreGrest, devono esserci basi solide, fondamenta che sostengono tutto quello che sale verso l’alto. Ma “PianoTerraci ricorda, allargando lo sguardo, il pianeta su cui viviamo, che abitiamo e che ci è stato donato affinché ce ne prendessimo cura. 

LOGO
All’interno di un tondo che ricorda la terra troviamo un cielo blu stellato. Sul fondo si staglia la città con i suoi palazzi e le sue case; in primo piano una porta semi aperta a delimitare un passaggio, un di qui e un di lì, la porta come soglia da attraversare. Da lì proviene una luce, gialla e calda, da cui sbucano due bambini sorridenti, segno che qualcuno, al di là della porta, abita ma segno anche che qualcuno ci attende. Sulla porta vi è intagliato un cuore: è nella casa che trovano spazio le relazioni profonde.

SOTTOTITOLO

La parola e il corpo, temi affrontati negli scorsi anni, per raggiungere il loro compimento hanno bisogno di “prendere dimora” nella vita degli uomini, appunto di “venire ad abitare in mezzo a noi”. Come la vita degli uomini non può prescindere dal parlare e dal porre gesti, così non può fare a meno di ‘trovare casa’, di ‘fare casa’ su questa terra in cui Dio ci ha collocato.

Obiettivi educativi
ENTRARE
Iniziamo una nuova esperienza, il CreGrest. Per qualcuno è del tutto nuova, per qualcuno in parte conosciuta. Eppure, come ogni cosa nuova, ha la sua parte di mistero e di fascino. Ogni entrata, ogni ingresso, si gioca tra il timore e l’entusiasmo per ciò che è sconosciuto.

CUSTODIRE
Una volta entrati, abitiamo l’esperienza del CreGrest. Per dirla con i nostri animatori: “ci stiamo dentro”. E l’abitare è costituito da due dimensioni: il custodire e il coltivare (cfr. contributo Petrosino). La prima delle due dimensioni nasce dallo stupore per ciò che si è ricevuto: siamo riconoscenti e per questo ci prendiamo cura delle nostre case, dei nostri CreGrest, dei nostri ragazzi.

COSTRUIRE
Ciò che ci ha accolto, ciò che abbiamo ricevuto e contemplato non è qualcosa di freddo e intoccabile: ci è dato perché lo possiamo rendere ancora migliore, con il nostro lavoro. Abitare significa quindi coltivare, costruire, trasformare. Abitare vuol dire lasciare segni. Il CreGrest diventa più nostro e più umano dopo che ha incontrato le nostre mani

USCIRE
La storia non finisce. Le esperienze che abbiamo fatto non sono uno scrigno dei ricordi da chiudere e da contemplare, ma sono un bagaglio che ci consente di intraprendere nuovi viaggi, nuove avventure, di progettare un futuro più affascinante. La terra non è la nostra ultima casa.
Abitare le parole
"Enzo, ragazzino di terza media, è costretto a passare un fine settimana con l’eccentrico zio che vive in un’isolata frazione montana, Fonterossa, della quale è l’unico abitante. Il solo momento eccitante della “vacanza” sembra essere la caccia al lupo, in programma per la domenica insieme al papà e ad alcuni amici che giungeranno lassù in mattinata. Si prospetta una noia mortale, senza i consueti giochi elettronici, anche perché lo zio vive in una baita senza elettricità…" 
Quattro libri, quattro schede, per indagare il tema dell'abitare attraverso le parole e le storie di grandi scrittori.
Abitare la Bibbia
In una prospettiva pedagogica, dalla lettura della Bibbia nascono alcune suggestioni sul tema dell’abitare.
Anzitutto la dinamica tra precarietà e stabilità: una casa in cui abitare è segno di relazioni forti, che danno sicurezza, che strutturano l’esistenza al contrario di chi non ha casa, degli immigrati, degli esuli. Ma al tempo stesso questa sicurezza può essere occasione di superbia, chiusura, pigrizia: queste espressioni richiamano l’idolatria in cui continuamente il popolo di Israele è caduto e che lo hanno portato a soffrire molto.

L’abitare traccia anche un confine tra il pubblico e il privato, tra la folla e l’intimità, provocando a verificare quanto il nostro essere uomini e cristiani si lascia interrogare dalla presenza degli «altri» senza al contempo perdere la propria specificità, il cuore della propria identità credente. Per abitare è infine necessario difendere la propria terra, conoscerla, rispettarla, amarla e al tempo stesso considerarla sempre dono precario fragile, sempre protesi ai «cieli e terra nuova» che il Signore donerà alla fine della storia a coloro che lo hanno atteso.
Abitare l'uomo
Cosa vuol dire abitare? (di S. Petrosino)
L’abitare implica al tempo stesso un coltivare e un custodire. L’uomo, forse unico tra gli altri esseri viventi, abita e non semplicemente esiste o vive, proprio perché al tempo stesso coltiva/costruisce e custodisce. Questo pensiero lo ritroviamo nella Bibbia, in Genesi 2,15, dove si dice che: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e custodisse”. Abitare è questo: coltivare e custodire. Questo significa che l’uomo non è uno spettatore passivo della sua esistenza ma è un attore chiamato appunto a coltivare e custodire il dono di Dio...
Abitare l'arte
L’uomo è così un essere che abita. Un essere che trasforma il mondo nel suo abito. Attraverso la casa, a sua volta, l’uomo «umanizza» il mondo, lo lavora, gli dà forma corporea, umana. L’uomo abita il mondo come la sua casa, come suo mondo, lo addomestica, per i suoi bisogni e per i suoi desideri: per ripararsi dalla natura ma anche per goderne l’ospitalità; per rendere possibili i movimenti della vita, lo stare, l’andare, il partire, il tornare; per assicurarsi un’identità e garantirsi relazioni sensate; per articolare le relazioni corte con le relazioni lunghe; per articolare le storie personali e familiari con quelle sociali e storiche.

La casa insomma amplifica le potenzialità di strutturazione identitaria e costruzione relazionale legate alla matrice del corpo. Per questo in essa l’uomo infonde sempre un’immagine di sé, la costruisce a propria immagine e somiglianza, ne estetizza la struttura. L’architettura lavora appunto su questo denso e delicato confine di orizzonti.
Abitare l'architettura
Per costruire servono sia regole legate alla buona pratica costruttiva (come costruire un muro, come posare l’isolante, come montare una finestra, etc.), sia di tipo urbanistico, che la comunità crea per rispettare l’altro (distanza da un confine, numero massimo di piani, altezza definita per un ambito simile, etc.). Ci si può chiedere se, quindi, per fare un buon edificio siano sufficienti delle ottime regole. No, non bastano. Potremmo dire che è necessario costruire uno spazio pensando a chi lo andrà ad abitare. Creando un’abitazione o un Oratorio adatto a chi userà quegli spazi e rendendolo funzionale, corrispondente alle esigenze presenti e future. È essenziale immaginare lo spazio e renderlo proporzionato. Questo aspetto potrebbe sembrare quello meno importante e più soggettivo, in realtà è l’elemento dal quale dipende l’esito completo della buona progettazione. Mancando questa condizione avremo solo scatole, magari ben fatte, forse funzionali, ma non edifici, e tantomeno architetture...
La musica
e i balli
CD Pianoterra 2014 musica e balli per l'estate
Il nuovo CD "Pianoterra" contiene 10 canzoni adatte a tutte le età che sapranno accompagnare e movimentare le calde giornate dell'estate durante tutto il CreGrest.
Contenuti multimediali
Il CD contiene anche una traccia multimediale con i video per imparare i balli, i karaoke delle canzoni, gli spartiti, le suonerie e tante altre sorprese tutte da scoprire... (Visualizzabile su MAC e WINDOWS ).
The official Cregrest YouTube channel
Visita il canale ufficiale Divertiballi su YouTube e scopri i video dei balli creati e composti per i CreGrest dal 2000 fino ad oggi. Imparane di nuovi o rispolvera quelli che già conosci. Divertimento assicurato!
I video karaoke Cregrest
Sul canale YouTube trovi anche i video karaoke delle canzoni contenute nel disco "Pianoterra". Scalda la voce e preparati a cantare la colonna sonora che accompagnerà l'estate 2014!
Per ordinare o acquistare il nuovo CD Cregrest 2014 "Pianoterra"
presso il Centro Oratori Bergamaschi
Via Goisis, 96 - 24125 Bergamo Tel. +39 035 363772 +39 035 278259 mail: upee@curia.bergamo.it
I nuovi balli contenuti nel CD 2014!
Materiali
e gadgets
Un CreGrest tutto a tema
Cregrest “Pianoterra” 2014 è un progetto realizzato da ODL Oratori Diocesi Lombarde. Tutto il materiale prodotto è disponibile presso gli uffici di pastorale giovanile delle rispettive diocesi. Trovi i contatti degli uffici di riferimento nella sezione contatti
Per info e acquisto materiali
Ufficio pastorale età evolutiva
Centro Oratori Bergamaschi
Via Goisis, 96B 24125 Bergamo
Tel. +39 035 363772 / Cell. 338 3747132
Infomail: upee@curia.bergamo.it
Manuale responsabili
Cd Audio Multimediale
Cd Balli Animazione
Preghiera bambini
Preghiera animatori
Poster Logo 100x70
Striscione TNT 220x80
Album figurine preghiera
Fondali preghiera
Braccialetti Be Home
Maglia logo "Pianoterra"
Cappellino multicolori
Pantaloncini animatore
Poster obiettivi
Kit per progettare
Poster canto preghiera
Informazioni
e contatti
CreGrest “Pianoterra” 2014 è un progetto realizzato da ODL - Oratori Diocesi Lombarde www.odielle.it
Per qualsiasi informazione relativa al progetto scrivici alla mail info@cregrest.it

CreGrest
web story
Ogni anno, un nuovo Cregrest ci accompagna durante l’estate e un nuovo sito internet prende vita per raccoglierne l’esperienza.

Naviga nei siti internet dei progetti passati e rivivi tutte le emozioni trascorse all’oratorio in compagnia delle musiche, dei colori, dei giochi e delle attività che hanno reso ancor più indimenticabili il tuo Cregrest!